Gratitudine

A te mia musa deperita, nata dalla pietra e sepolta nel rimpianto, i tuoi capelli mi hanno scompigliato l’ anima, la tua terra ingoiato le mie ceneri,
andai cercando senza mosche nel mio cranio, mi strappai la pelle per capire se ero ancora umano
ho ucciso la fantasia a colpi di fionda, ho vomitato tutte le bottiglie che ho bevuto, fanculo a cristo e i suoi maiali, dio è sceso a portare i chiodi per suo figlio.Ripped skin

TU

Quando ho riaperto gli occhi il tuo viso mi stava sfiorando la fronte, sentivo il tuo respiro che chiamava a sè le mie labbra,  dal tuo sguardo, le tue pupille, sfuggiva una scintilla di qualcosa di intangibile, evanescente ma da sempre in attesa di un bravo osservatore e custode di segreti. Ho sondato i significati più nascosti di tutto ciò che mi appariva davanti agli occhi, cercandSperanza-OLTRE-onlineo un senso, cercando una comprensione che sfuggiva appena c’ era un bagliore d’ intuizione che faceva sembrare le cose più reali. Era come cercare di catturare farfalle con un retino bucato, cercare di dare una forma ad un’ idea troppo grande ed artifizia perchè non concepita per vivere in questo mondo. Mi sono guardato dentro e ho visto che già esistevi da tempo nei miei sogni più profondi, quelli che non ricordi al tuo risveglio, ma che ti fanno scendere dal letto con un so che di speranza in più senza un motivo apparente. Hai aperto le tende che tenevo serrate da tempo, si, per non far entrare quel sole al quale ho promesso di non abbandonarmi più per avere ancora un controllo apparente sugli avvenimenti, tirare le redini ed oppormi alla corrente, non lasciando più niente al flusso. Ho messo radici solide per affrontare la tempesta che aspettavo da una vita, quella tempesta che hai portato nella mia vita essendo semplicemente te stessa, nei tuoi limiti, nelle tue paure, che riflettono ancora in me ciò che ho vissuto, i propulsori della mia anima per scoprirsi e trovare gioia soltanto nell’ atto di esistere.  Ad ogni tua carezza una parete crollava e giacevo nascosto dietro tutti questi specchi fatti d’ asfalto e cenere, timidamente mi hai teso la mano: “andiamo a casa insieme?”, si ma dove poteva esserci per me una casa se le persone intorno a me avevano la distanza degli sconosciuti? “quando mi guardi negli occhi io mi sento a casa, casa non è un luogo, ma un modo di vivere nel mondo, nel cuore delle persone che sono in un certo modo legate alla tua vita” fu l’ oblio….una semplicità disarmante, un abbandono rischioso, come tuffarsi da una scogliera senza vedere ancora il mare…una caduta libera finchè non si trova una superfice “se mi tendi la mano forse atterreremo insieme, non deve fare per forza male, se mi stringi potrò essere il tuo paracadute”.

Edoardo Cipriani

Non mi prenderete mai

Nasci, arrivi sulla terra non chiedendo in cambio altro che amore, dai amore hai bisogno di amore per respirare. Ma chi ti stava aspettando ha già pianificato tutto della tua vita, hai già un idea di come vorrebbe vederti nel tuo futuro, felice si…ma a modo suo. Comincia tutto con l’ educazione, crudele ma necessaria per integrarsi in una società, basata sull’ appiattimento comportamentale e la repressione degli istinti, chi si ribella e pensa in modo diverso viene bombardato dai celerini dei limiti mentali, viene ricacciato nel recinto dal quale era sfuggito per scoprire cosa c’è al di là dell’ opinione comune. Bambini pazzi e creativi devono essere addomesticati per diventare lavoratori servizievoli, bambini inarrestabili si trasformano in geni solitari, o solitari e basta. Ti rendi pian piano conto che la maggior parte di persone vuole che tu sia in un certo modo, più educato, più attivo, più estroverso, più più più….ma non si riesce ad accettare che ognuno è fatto a modo suo (e grazie a dddio), cerchiamo di omologare le persone al nostro modo di pensare, cerchiamo di universalizzare il nostro pensiero per questo Potere, potere di manipolare le cose, questa resistenza al cambiamento, alla diversità…questa pigrizia nel distogliere lo sguardo anche per poco dal nostro punto di vista per vedere che c’è un mondo intero al di là dei nostri occhi. Non mi prenderete mai, non mi avrete mai, gli step, lavoro, famiglia, routine, no non ancora, scusatemi ma se vivo la vita degli altri quando è il mio turno per respirare?

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Noia

La noia è come un sovraccarico di energia nel corpo e nella mente che ha bisogno di essere incanalata in un obbiettivo, la noia è energia alla ricerca di forma, una forza alla ricerca di prove per crescere. Coltivate la noia per cominciare nuove attività, scoprire i vostri talenti, sentite un amico che non sentivate da tempo, osservate la noia e non sprecate quel tempo prezioso, lo ricercherete quando la vostra vita si farà troppo indaffarata. La noia, che due coglioni, non so mai cosa fare, era da un pò di tempo che non scrivevo, ma il flusso è trascinato da troppi cliché. fanculo

Però quando ci annoiamo cominciamo a creare situazioni ipotetiche, creiamo momenti pieni, programmiamo, organizziamo…forse è bella

Cipriani Edoardo

Lo Stimolo più Grande

Qual’ è lo stimolo più grande? La spinta che ci porta ad uscire da una stato di immobilità ad uno d’ azione e creazione? E’ un immagine, un sentire o un bisogno? E’ tutto quanto, comincia con un odore, un idea, e comincia a prendere forma nella nostra immaginazione finchè non esplode e rompe i confini del cranio e diventa realtà, quando il sogno è troppo grande comincia ad uscirti dagli occhi e a trasformare i colori che vedi. Automaticamente, attaccato ad un’ immagine le acque all’ interno del tuo stomaco cominciano a creare l’ alta marea, le tue emozioni ti cominciano a prendere per mano, a fare azioni inconsuete, ti confondono ma alla fine ti portano esattamente li dove volevi arrivare. Ma quindi cos’è questo stimolo? Il più grande? Sei tu…quello che vuoi diventa quello che senti e poi quello che è, che esiste, sia come ragionamento new age trascendentale sia come ovvia meccanica di come le cose succedono.

Cipriani Edoardo

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Silenzio,suono, musica

Apri gli occhi, senti qualcosa di lontano che muovendosi crea trambusto, movimento, suono, ti alzi dal giaciglio e parti alla ricerca. Questo suono comincia a dipingere dentro la tua calotta continue immagini, cerca di autodefinirsi attraverso gli altri sensi, cerca di diventare il più reale possibile. Già dall’ inizio, usciti dall’ antro, sentiamo come guida soltanto il calore e la voce, ed il calore con la voce crea la fiducia. Leggiamo la dolcezza del tono ed il ritmo. Più il ritmo incalza e più la musica esce dalla sua dimensione astratta, la musica mi ha salvato. E’ questione di sintonia, è come se avessi il mio spettro emozionale concentrato in un mp3 appena grande come il palmo della mia mano, ma scelgo le canzoni in base alle mie emozioni o scelgo una canzone e poi le mie emozioni vengono condizionate? Secondo me un pò uno un pò l’ altro, partiamo in mood e scegliamo una canzone per dargli più forma, come per ampliarlo quel sentire, si la musica ci tiene vivi perchè amplifica le nostre emozioni, ci fa sognare…grandi araldi i musicisti, cercano di essere il manifesto di ciò che le persone provano ma non hanno i mezzi o la creatività per esprimere, colgono i particolari, le sfumature sottili dell’ umore e le urlano al mondo cosicchè le persone possano dire……ma com’è possibile? Pensavo di essere l’ unico a sentirsi cosi…i musicisti ci aiutano riconoscere che dietro alle maschere abbiamo tutti lo stesso mp3. Dalla musica, l’ espressione, l’ esplosione dei colori poi arriva il silenzio, strisciando ma restando, il silenzio è il contenitore, l’ involucro che aiuta il suono ad esprimersi, fa si che il suono sia frustrato, gli infligge punizioni agonizzanti…si impone al suono affinchè decida di esplodere ed esistere. Il suono comincia a rendersi assordante, estremo, provando ad esprimere qualcosa di più forte, cercando di Essere il più possibile ma col solo effetto di sovrastare tutto, arrivare ad essere disarmonico….finchè non incontra una geometria, si accorge che è tutta questione di pause, ritmo, tempo, come se avesse bisogno dell’ aiuto di quel silenzio che tanto l’ aveva frustrato ma tanto l’ aveva aiutato ad esistere, quindi si mettono daccordo e creano la musica.

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